lunedì 8 giugno 2020

STEP 24

Una sintesi del corso

'Cum munire', 'mettere in comune': queste sono le parole che rimandano all'etimologia della della parola protagonista del mio blog.  
Comunicare esprime la volontà di condividere e diffondere pensieri, idee, emozioni, cultura, informazioni necessarie per affrontare il presente e persino questioni di interesse mondialeLa necessità di comunicare, infatti, ha portato ad un grande sviluppo tecnologico, dal telegrafo di Guglielmo Marconi alle più recenti ICT.
Come afferma Jonathan Gottshall, noi esseri umani siamo 'storytelling animals', animali con l'istinto di narrare. Per questo motivo, nel corso degli anni, letterati, pittori, filosofi e, più in generale, intellettuali, si sono proposti di trasmettere ciò che ritenevano importante e, a distanza di secoli, le loro emozioni e riflessioni giungono alla nostra anima anche solo mediante un'immagine della quale percepiamo l'aura di cui parla Benjamin. 
Molto importante per la comunicazione è la parola, il dialogo. Nonostante ciò, anche la comunicazione non verbale è un tassello fondamentale del modo in cui interagiamo con il mondo. Tra noi esseri umani (e non solo) spesso basta un gesto o uno sguardo d'intesa per potersi comprendere senza parlare, azione che non sempre implica una vera e propria comunicazione.
In letteratura è evidente come alla comunicazione sia spesso affiancata, in maniera antitetica ma caratteristica della specie umana, l'impossibilità di comunicare, a causa della quale, come afferma Pirandello, "crediamo d'intenderci, ma non ci intendiamo mai". Anche se si parla, "il problema è capirsi", ma non sempre questo accade e a volte questa difficoltà porta al rifiuto dell'ascolto dell'altro. Per potersi comprendere a livello universale è stato ideato l'esperanto, lingua artificiale con sole 16 regole grammaticali che, purtroppo, è rimasta soltanto un'utopia. 
La comunicazione è un viaggio alla scoperta del mondo, un vero e proprio dono , che deve essere utilizzato correttamente per favorire la condivisione e la conoscenza e non portare a conseguenze negative. Al giorno d'oggi, infatti, i mass media vengono spesso utilizzati per influenzare il nostro pensiero, motivo per cui Popper parla della televisione come di una cattiva maestra. Nell'ambito del marketing ci sono dei 'persuasori occulti' che, mediante le pubblicità, manipolano la mente dell'uomo e lo inducono a comprare un determinato prodotto. C'è quindi una vera e propria etica nella comunicazione, che deve portarci a condividere ciò che siamo e che vogliamo trasmettere, ma anche ad essere consapevoli delle migliaia di interazioni con il mondo esterno che ogni giorno ci influenzano. 



Intorno ai concetti della comunicazione

sabato 6 giugno 2020

STEP 25

In una giornata primaverile del 2020, durante la ricreazione nella sua scuola bolognese, Guglielmo, protagonista della serie tv relativa allo step 22, chiacchiera con il suo compagno di classe Francesco.
FRANCESCO: Hai visto il nuovo telefono di Sara? Gliel'hanno preso i suoi per il compleanno, ultimo modello!
GUGLIELMO: (Guarda F. con indifferenza) Non ci ho nemmeno fatto caso in realtà.
FRANCESCO: (Sorride) Non avevo dubbi, hai sempre la testa tra le nuvole! Comunque, non conoscere il nome del suo liceo ma avere sempre tra le mani un oggetto di valore deve darle molta soddisfazione.
GUGLIELMO: L'oggetto è di valore soltanto nella sua testa, crede di poter comunicare ancora più velocemente con tutti i suoi amici, ma in realtà si sta isolando sempre di più. Provo a parlarle ma non mi guarda mai negli occhi, ha lo sguardo costantemente fisso sul cellulare, e passa le giornate credendo che quella sia la felicità.
FRANCESCO: (Lo guarda perplesso) Che discorsi filosofici! Cosa sarebbe per te la felicità?
GUGLIELMO: (Fa una smorfia) Sto solo riflettendo sul nostro presente! Non so definire la felicità, ma sicuramente è molto meglio condividere i propri pensieri di persona senza filtri invece di nascondersi costantemente dietro ad uno schermo.
FRANCESCO: E preferiresti stare da solo tutto il giorno dopo la scuola senza la possibilità di sentirti con nessuno? 
GUGLIELMO: Non si esce più per fare una passeggiata? Sinceramente, in questo periodo pagherei per non sentirmi con nessuno, anche quando cerco di rifugiarmi in me stesso mi sento bombardato da informazioni che fanno soltanto rumore nella mia testa. 
FRANCESCO: Di quali informazioni parli?
GUGLIELMO: Faccio riferimento alle informazioni che riceviamo ogni giorno dai mass media. Sara ha comprato quel cellulare perché ha visto la pubblicità in televisione almeno cinque volte al giorno senza volerlo e si è convinta di aver necessariamente bisogno dell'ultima generazione perché non si sarebbe più accontentata della penultima, che già possedeva.
FRANCESCO: Anche io guardo spesso la TV, ma non faccio caso alle pubblicità, non mi interessano e nella maggior parte dei casi la presentazione del prodotto non ha lo scopo di informare su determinate prestazioni, ma di fartelo comprare.
GUGLIELMO: (Sorride) Finalmente la pensiamo allo stesso modo!
FRANCESCO: Chissà perché qualcuno viene persuaso e qualcun altro no però...
GUGLIELMO: Non è ovvio?
FRANCESCO: (Lo guarda dubbioso) Di cosa parli?
GUGLIELMO: Io credo che passando molto tempo sui mass media si perda personalità.
FRANCESCO: In che senso? Spiegati meglio, abbiamo ancora cinque minuti liberi e poi interrogazione di storia.
GUGLIELMO: Molti dei nostri compagni di classe aspettano le nuove uscite di prodotti di una determinata marca, seguono personaggi famosi sui social e inconsciamente cercano di imitarli. Sono così interessati a comunicare da dietro ad uno schermo con gli altri che dimenticano come si possa comunicare con se stessi.
FRANCESCO: Ho capito cosa intendi, ma penso che da non sia totalmente colpa loro, siamo nati nella società della tecnologia, ma alla fine la tecnologia sta prendendo il sopravvento su tutto il resto.
GUGLIELMO: In realtà, la tecnologia non è così male. Ti ricordo che senza il tuo telefono o, in generale, senza i mass media, non potresti sapere cosa accade nel mondo così velocemente, e non potresti nemmeno chiamare tua nonna per chiederle cosa si mangia la domenica a pranzo!
FRANCESCO: Io infatti sono contento di queste nuove scoperte che per noi sono quotidianità, ma sono spaventato da come molti nostri amici si stiano bevendo il cervello.
GUGLIELMO: Ciò che è nocivo è il modo in cui noi siamo influenzati dai nuovi mezzi di comunicazione che, se utilizzati nel modo scorretto, producono l'effetto contrario. Bisogna sviluppare un pensiero critico per poter continuare a comunicare al meglio e nel modo giusto. Comunicare vuol dire condividere, e per condividere bisogna avere una propria idea, un'opinione personale. Questo è possibile soltanto se ci si informa, si legge e si ascolta.
(Suona la campanella)
FRANCESCO: Ci conviene andare, oggi sei molto loquace quindi qualcosa mi dice che ti offrirai volontario!

giovedì 4 giugno 2020

The hidden persuaders

Vance Packard, giornalista e sociologo statunitense di grande influenza nel secondo dopoguerra, è l'autore del libro 'The hidden persuaders' (tradotto in italiano 'I persuasori occulti'), pubblicato nel 1957.
Nell'opera, lo scrittore rivela i trucchi psicologici e le tattiche usate dal marketing per manipolare la mente dell'uomo e indurlo a comprare un determinato prodotto. Packard illustra i nuovi metodi tecnologici a disposizione dell'industria pubblicitaria con l'impiego di tecniche finalizzate ad influenzare l'inconscio, agli albori dei mass-media, mettendo in evidenza la questione etica di queste manipolazioni. 
Secondo l'autore, la propaganda pubblicitaria del secondo dopoguerra era basata sull'identificazione del buon consumatore come buon cittadino. 
Packard individua otto bisogni inconsci fondamentali che gli esperti di comunicazione utilizzavano per manipolare le scelte dei consumatori: la sicurezza emotiva, la stima e considerazione  le esigenze dell’ego, gli impulsi creativi, la speculazione sull’affetto , il senso di potenza , i legami familiari e il bisogno di immortalità .
L'autore, infatti, scrive:
Il sopruso più grave che molti manipolatori commettono è, a mio avviso, il tentativo di insinuarsi nell’intimità della mente umana. È questo diritto alla intimità della mente – il diritto di essere, a piacere, razionali o irrazionali – che, io, credo, abbiamo il dovere di difendere” 
Il pensiero di Vance Packard viene ripreso nel 1994 da Karl Popper, autore di 'Cattiva maestra televisione' (per leggere il mio articolo a riguardo cliccare qui) , opera nel quale si riflette sulla duplice funzione della tv, strumento che può condizionare, nel bene e nel male, i comportamenti di massa.
Vance Packard


Bibliografia:
-https://www.centronazionalesangue.it/node/427
-https://www.ereticamente.net/2018/11/i-persuasori-occulti-ieri-e-oggi-flavia-corso.html

mercoledì 3 giugno 2020

I concetti della mappa: MASS MEDIA

I mass media sono una parola chiave nell'ambito della comunicazione. Vengono definiti nel dizionario Treccani come "insieme dei mezzi per diffondere e divulgare messaggi di diverso valore a un pubblico anonimo, indifferenziato e disperso". I mass media permettono la trasmissione di informazioni ad un ampio pubblico in un breve lasso di tempo, non necessariamente per mezzo della parola ma anche semplicemente per mezzo di simboli o immagini. Esempi di mass media sono la televisione, la stampa e la radio. Nel corso della storia, i mass media sono stati anche utilizzati come mezzo di persuasione e propaganda, motivo per cui Popper considera la televisione una cattiva maestra.


Alcuni esempi di mass media

Comunicare in Newspeak

1984 è uno dei più celebri romanzi di George Orwell, pubblicato nel 1949. L'opera è un vero e proprio romanzo distopico, ambientato nel 1984, in un mondo è diviso in tre grandi potenze totalitarie: Oceania, Eurasia ed Estasia, impegnate in una perenne guerra tra loro.
La società è amministrata secondo i principi del partito Socialista Inglese.
Il potere è nelle mani di un partito unico, detto semplicemente il Partito, che nega ai cittadini la libertà di opinione, con a capo il Grande Fratello, 
personaggio che nessuno ha mai visto di persona e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini.  Esiste un'unica lingua di regime, il Newspeak, un linguaggio artificiale epurato da ogni riferimento al pensiero astratto, ridotto a un vocabolario base. Il Newspeak appiattisce il pensiero stesso, rende i cittadini incapaci di discernere il bene dal male. Tutti sono manipolati dalla logica del bipensiero, per cui un concetto può essere anche il suo perfetto contrario e negare sé stesso. L’affermazione del Newspeak è accompagnata dalla distruzione delle opere letterarie del passato e la loro sostituzione con poesie e romanzi prodotti in serie da macchinari.
L'annientamento di ogni possibilità comunicativa è un operazione molto sottile perché crea un alone di solitudine che rende impossibile la verità, non consentendo il dubbio e di conseguenza anche l'attribuzione di verità: questa, infatti,può avvenire soltanto attraverso il discorso. Per distinguere verità ed illusione, è naturale basarsi sul giudizio altrui e se manca questa possibilità viene meno qualunque occasione di distinguere realtà ed apparenza.

Manifesto del Grande Fratello
Bibliografia:


I concetti della mappa: CONDIVISIONE

La condivisione viene definita nel dizionario del Corriere una "Adesione, partecipazione a idee o sentimenti altrui". Condividere è alla base della comunicazione, la cui etimologia fa riferimento proprio al mettere in comune. La parola condivisione è inevitabilmente collegata a 'trasmissione' e a 'parola' e 'immagine', che sono dei mezzi mediante i quali è possibile condividere idee e pensieri.
La condivisione in un'immagine

I concetti della mappa: PERSUASIONE

Nell'enciclopedia Treccani la persuasione viene definita "l'atto, il modo, il metodo del persuadere. In psicoterapia, tecnica non analitica basata essenzialmente sulla conversazione razionale tra medico e paziente in stato di veglia, impiegata nel trattamento delle forme più lievi di nevrosi."
La persuasione occulta, in particolare, è la "tecnica pubblicitaria o propagandistica che cerca di raggiungere il proprio scopo agendo, mediante stimoli subliminali, sul subconscio del consumatore o del destinatario", possibile grazie all'esistenza dei mass media, sfruttando paroleimmagini o simboli.

I concetti della mappa: TRASMISSIONE

Nel dizionario Treccani, 'trasmettere' (dal latino 'trans', al di là e 'mittere', mandare) assume il significato di "trasferire, far passare quanto è in sé, o è proprio, su uno o più altri soggetti o enti, corpi o elementi". La trasmissione di idee e informazioni è possibile sia grazie all'utilizzo della parola, sia grazie alle immagini, di cui spesso i mass media fanno uso. Nella maggior parte dei casi, la trasmissione di pensieri e concetti da un individuo ad un altro si esplica in una volontà di condivisione, alla base della comunicazione efficace.

I concetti della mappa: IMMAGINE

Nell'enciclopedia Treccani l'immagine viene definita come  "la forma esteriore degli oggetti corporei in quanto viene percepita attraverso il senso della vista; rappresentazione con mezzi tecnici o artistici della forma esteriore di cosa reale o fittizia." L'immagine è uno strumento molto potente perchè mediante le immagini è possibile non solo pensare, ma anche comunicare, trasmettere e condividere pensieri e informazioni, persino persuadere. Le immagini costituiscono da sempre un linguaggio efficace ed incisivo che permette di raggiungere il massimo effetto comunicativo nel più breve tempo possibile. Grazie all'impatto immediato e prevalentemente emozionale, il messaggio visivo spesso prende addirittura il sopravvento sul contenuto concettuale del messaggio stesso e sulla riflessione critica del destinatario.
Le immagini, infatti, si radicano nella memoria degli uomini più rapidamente delle parole.


La comunicazione in un'immagine

Bibliografia:

I concetti della mappa: PAROLA

Il dizionario Treccani definisce la parola come un "Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase." L'utilizzo delle parole ci permette di condivideretrasmettere pensieri e informazioni (sia di persona sia mediante mass media). Le parole hanno il potere di creare emozioni, motivare e ispirare, infondere paura e persuadere.

martedì 2 giugno 2020

STEP 23

I concetti della comunicazione



Queste sono le parole strettamente connesse alla comunicazione e tra loro, in un groviglio di concetti.

Focus on:



lunedì 1 giugno 2020

STEP 22

VIAGGIO AL CENTRO DELLA COMUNICAZIONE

  • Prima puntata: Present
Guglielmo è un ragazzo di 18 anni che vive nella Bologna del 21esimo secolo: ormai, passeggiando per le strade del centro, si possono vedere più pubblicità che negozi. Nonostante sia nato negli anni 2000, il giovane è affascinato dai tempi in cui, per poter comunicare qualcosa, era necessario un piccione viaggiatore. Guglielmo, infatti, sente di non riuscire ad esprimersi al meglio in una società in cui viene costantemente bombardato di informazioni che, nella maggior parte dei casi, lui percepisce come un rumore fastidioso. 
Il ragazzo frequenta l'ultimo anno di scuola ed è indeciso sul suo futuro, ma non riesce ad ascoltare la sua anima perchè ogni giorno il suo futuro viene pianificato in modo diverso da un amico o un parente e assiste a discorsi sull'università che in realtà si rifiuta di ascoltare. Una mattina, mentre torna da scuola, dopo aver ricevuto una telefonata di una zia che spera intraprenda la facoltà di medicina per seguire le orme del padre, Guglielmo butta furiosamente il cellulare in un tombino e decide di fare una passeggiata da solo per riflettere sulle sue scelte in maniera autonoma e senza alcun tipo di persuasione.

  • Seconda puntata: Past
Non avendo più il suo telefono per vedere l'orario, Guglielmo continua a camminare senza conoscere la sua meta perdendo la cognizione del tempo. Dopo ore passate in silenzio, il ragazzo sente degli zoccoli: in lontananza, vede moltissime persone a cavallo. Corre per raggiungerle e per chiedere che ore siano e un uomo, vestito in maniera bizzarra, gli risponde: 'Dalla posizione del sole capisco che siano più o meno le 14.' Guglielmo chiede gentilmente al signore di prestargli il cellulare per avvisare i suoi genitori del suo ritardo a casa ma, dopo aver sentito il termine 'cellulare', l'uomo strabuzza gli occhi e non comprende:'Cellulare? Cos'è un cellulare?'. Il ragazzo, intanto, sente due ragazze che parlano dell'avvento di un nuovo secolo, il ventesimo. Guglielmo all'inizio pensa di essere in un sogno, ma successivamente si sente perfettamente a suo agio in un ambiente così simile a quello descritto nei suoi amati libri. Passeggiando, nota moltissimi bambini che giocano, persone che parlano, vede molta più umanità di quella a cui è abituato nella sua città. Si rende conto che, nonostante la scarsità di mezzi di comunicazione, la gente vive la sua quotidianità in maniera tranquilla, senza particolari necessità. Dopo aver capito di essere nella Bologna del 1899, mentre passeggia, Guglielmo si sofferma sulle parole di un uomo dal volto conosciuto che sta tenendo un discorso con una grande folla ad ascoltarlo, dicendo: "La cosiddetta 'scienza', di cui mi occupo, non è altro che l'espressione della Volontà Suprema, che mira ad avvicinare le persone tra loro al fine di aiutarli a capire meglio e a migliorare se stessi." Il ragazzo, allora, comprende l'identità dell'uomo: sta sentendo un discorso di Guglielmo Marconi in carne ed ossa. Il giovane lo ascolta fino alla fine e ne rimane affascinato, il discorso di Marconi è entrato nell'anima del ragazzo, che finalmente si sente in grado di ascoltare il suo cuore invece delle parole vuote degli altri.


  • Terza puntata: Future
Suona la sveglia ed è un nuovo giorno a Bologna nel 2020. Guglielmo non capisce dove sia stato, ma vede dell'erba sotto le sue scarpe e non c'è il suo telefono accanto al comodino. Sembra una giornata come tutte le altre, ma il ragazzo si sente diverso perchè percepisce una maggiore conoscenza di se stesso. Vorrebbe raccontare tutto ciò che ha fatto durante la giornata precedente ma non c'è nessuno a casa, quindi è costretto ad aspettare l'arrivo dell'autobus, dove incontra Francesco, il suo migliore amico. Guglielmo racconta la sua storia in maniera naturale ma un po' confusa, pensando di non poter essere compreso appieno. Di fronte a lui. però, c'è un ragazzo a cui brillano gli occhi mentre lo ascolta e che riesce a carpire il significato di ciò che Guglielmo ha vissuto. Parlando della faccenda e mettendo insieme le loro idee e opinioni, i due ragazzi comprendono che il discorso di Marconi ha fatto breccia nel cuore del giovane perchè ha risvegliato in lui una sua grande passione: trasmettere qualcosa agli altri. Guglielmo rifiuta la società del 21esimo secolo perchè la comunicazione ha perso il suo vero valore e in pochi riescono ad agire eticamente, ma finalmente sente di voler fare qualcosa che possa far focalizzare le persone sulla condivisione. 
E' il 2050: Guglielmo, dopo la sua laurea in ingegneria dei mezzi di comunicazione, inventa uno strumento che permette di racchiudere i propri ricordi e di trasmetterli alle generazioni successive, così che possano essere rivissuti percependo appieno la loro aura e limitando le influenze di chi ci bombarda costantemente di informazioni senza importanza o, ancora peggio, nocive.

venerdì 29 maggio 2020

I piccioni viaggiatori

Pensando alla comunicazione nel passato, il piccione viaggiatore è tra le prime immagini che vengono in mente. Questo mezzo di comunicazione primitivo viene visto quasi come una leggenda metropolitana, ma questi animali furono protagonisti del mondo delle comunicazioni fin dall'antichità. Questo accadde perchè i piccioni viaggiatori riuscivano a coprire in una sola giornata oltre 900 chilometri, all’incirca la distanza aerea tra Roma e Praga. 
Il primo impiego del piccione viaggiatore risale ad oltre 3.000 anni fa, quando già veniva adoperato da Egiziani e Persiani. Le civiltà greco-romane utilizzavano questo sistema per comunicare informazioni importanti (come ad esempio i nomi dei vincitori dei giochi olimpici) fino ai confini dell'impero.
Nonostante l'invenzione del telegrafo, anche durante la Grande Guerra si fece uso del piccione viaggiatore; i moderni mezzi di comunicazione, infatti, nonostante fossero più efficienti, potevano essere manomessi o intercettati. Per risolvere questo problema l'esercito italiano fece un largo uso dei pennuti, creando delle vere e proprie colombaie mobili per permettere di mettere in comunicazione le truppe operanti in prima linea con i comandanti che si trovavano in aree più riparate.
I piccioni viaggiatori vennero riadoperati anche nella seconda guerra mondiale: fu una colomba chiamata “Paddy” che il 6 giugno 1944, riuscendo a beffarsi dei falchi tedeschi e attraversando oltre 230 miglia, portò per prima notizie agli alleati riguardo allo sbarco in Normandia. 

Piccioni viaggiatori




Bibliografia:

STEP 21

L'etica nella comunicazione

Secondo la retorica di Aristotele, l'etica della comunicazione si può intendere come un abito morale per cui, secondo logica, tra due argomentazioni, dovrebbe prevalere quella migliore e non quella contenente la strategia per catturare il consenso. 
La frase precedente fa comprendere come comunicare possa presentare una valenza positiva o negativa a seconda di ciò che si vuole condividere e di quali siano gli scopi e i mezzi di tale condivisione.
La comunicazione efficace
Un esempio di applicazione positiva della comunicazione è la trasmissione di informazioni mediante le quali è possibile il progresso. Se non ci fosse comunicazione tra centri di ricerca e tra Stati, ad esempio, sarebbe quasi impossibile debellare un virus a livello globale. Si può considerare positiva, inoltre, quella comunicazione che permette una maggiore comprensione tra 2 o più individui, la comunicazione che porta al compromesso e alla pace; infatti, essa spesso è la carta da giocare per evitare un 'bellum omnium contra omnes', come affermato da Hobbes
I mass media sono il mezzo mediante il quale è possibile buona parte della comunicazione ai giorni nostri, ma sono da considerare un'applicazione positiva o negativa? Ciò che conferisce carattere positivo o negativo, in realtà, è lo scopo per cui vengono utilizzati questi strumenti. I mass media, infatti, hanno permesso di eliminare le distanze e di sentirsi vicini grazie al possesso di un cellulare anche se ci si trova a km di distanza; questo è da considerare molto positivo. 
D'altra parte, però, spesso la parola 'comunicazione' viene accostata a 'propaganda' o, ancora peggio, 'persuasione'. Nel corso della storia, infatti, molti dittatori hanno utilizzato i mezzi di comunicazione per poter diffondere il proprio pensiero e obbligare, spesso anche inconsciamente, tutti i cittadini ad avere un 'pensiero unico'. I dittatori dei totalitarismi del Novecento (Hitler, Mussolini e Stalin) si basarono sulla propaganda " nel riuscire a risvegliare l'immaginazione del pubblico attraverso un appello ai loro sentimenti, a trovare la forma psicologica appropriata che attragga l'attenzione e faccia appello al cuore delle masse nazionali" (parte presa direttamente dal Mein Kampf di Hitler). Nonostante il periodo dei totalitarismi sia passato, l'utilizzo dei mezzi di comunicazione per persuadere è presente in maniera subdola e nascosta. Come afferma Vance Packard (a cui ho dedicato un articolo che si può leggere cliccando qui),  il marketing dei giorni nostri utilizza trucchi psicologici e tattiche usate dal marketing per manipolare la mente dell'uomo e indurlo a comprare un determinato prodotto. 
Conseguenze della tecnologia persuasiva






Bibliografia:

mercoledì 27 maggio 2020

STEP 20

La comunicazione ai tempi di Leopardi

"Certamente gli uomini che verranno di qua a mille anni, appena chiameranno civile la età presente, diranno che noi vivevamo in continui ed estremi timori e difficoltà, stenteranno a comprendere come si potesse menare e sopportar la vita essendo di continuo esposti ai pericoli delle tempeste, dei fulmini ec., navigare con tanto rischio di sommergersi, commerciare  e comunicar coi lontani essendo sconosciuta o imperfetta la navigazione aerea, l’uso dei telegrafi ec., considereranno con meraviglia la lentezza dei nostri presenti mezzi di comunicazione, la loro incertezza ec. Eppur noi non sentiamo, non ci accorgiamo di questa tanta impossibilità o difficoltà di vivere che ci verrà attribuita; ci par di fare una vita assai comoda, di comunicare insieme assai facilmente e speditamente, di abbondar di piaceri e di comodità, in fine di essere in un secolo raffinatissimo e lussurioso. Or credete pure a me, che altrettanto pensavano quegli uomini che vivevano avanti l’uso del fuoco, della navigazione ec. ec.; quegli uomini che noi, specialmente in questo secolo, con magnifiche dicerie rettoriche predichiamo come esposti."
da 'Zibaldone-Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura',pag.4199 

In questo passo, tratto dallo Zibaldone, Giacomo Leopardi espone in maniera quasi profetica la sua opinione sul progresso della scienza e, in particolare, dei mezzi di comunicazione. L'autore immagina che nei secoli successivi al suo (19esimo) ci sarà un apparente sviluppo dei mezzi di comunicazione che porterà gli uomini a guardare al passato come ad un periodo governato dall'incertezza e dalla difficoltà di vivere. Leopardi però sottolinea come nel suo presente non si respiri affatto un'aria di timore generale, ma si consideri la situazione descritta nel brano come normalità. 
Il passo dell'autore, quindi, assume una validità generale: noi esseri umani tendiamo a cercare sempre il meglio e il progresso ma, nella maggior parte dei casi, così facendo sviluppiamo necessità che non sentivamo prima dell'esistenza di una determinata invenzione. In poche parole, questo sintetico ma illuminante passo fa comprendere come in realtà per comunicare non siano necessari tutti i mass media che utilizziamo quotidianamente (che spesso non solo informano, ma influenzano e persuadono), ma un gesto, uno sguardo oppure una frase, strumenti che l'uomo possiede da sempre.


Giacomo Leopardi

STEP 19

L'utopia di una lingua parlata in tutto il mondo: l'esperanto

Una lingua parlata dagli uomini di tutte le nazionalità è un'utopia che ci ha permesso di pensare ad una connessione e trasmissione di pensieri e informazioni totale, che potesse portare ad una maggiore unione culturale tra i Paesi del mondo, senza fraintendimenti o incomprensioni.
L'esperanto è il tentativo di rendere realtà l'utopia appena descritta. Essa è una lingua artificiale sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall'oculista polacco Ludwik Lejzer Zamenhof, semplice e intuitiva, con lo scopo di permettere a tutti i popoli di comunicare facilmente; è governata da 16 regole senza eccezioni con una grammatica minima e fondata su un vocabolario di radici latine, germaniche e slave, capace di produrre da sé neologismi comprensibili per tutti i suoi locutori.
L'esperanto aveva le carte in regola per diventare la lingua comune dell’Europa intera, dall’Atlantico agli Urali, ma purtroppo non riuscì mai a svilupparsi come lingua internazionale. Il nome esperanto deriva dal suo ideatore, che si firmò “Doktoro Esperanto = Il dottore speranzoso” quando la presentò nel suo libro Lingua internazionale. 

 Francesco De Gregori riprende la derivazione del nome della lingua con la canzone 'Rumore di niente', di cui riporto una parte:

"L'avevi creduto davvero 

Che avremmo parlato Esperanto? 
L'avevi creduto davvero 
O l'avevi sperato soltanto?"

Nonostante il mancato sviluppo come lingua internazionale, il dizionario dell'esperanto contiene tra le 15.000 e le 20.000 radici, da cui si formano oltre 150.000 parole. La lingua continua ad evolvere perché viene usata negli ambienti internazionali.
L'Associazione universale esperanto (Uea), ha affiliati nazionali in 55 paesi. Calcoli basati sul numero di testi venduti e sulle iscrizioni alle sezioni locali mostrano che il numero di persone con qualche conoscenza della lingua si pone sull'ordine delle centinaia di migliaia e forse milioni.


martedì 26 maggio 2020

Tecnologie della comunicazione e dell'informazione

Le ICT (Information and Communication Technologies) vengono definite nel dizionario Treccani "tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione (linee di comunicazione cablate e senza fili), i computer, le tecnologie audio-video e relativi software, che permettono agli utenti di creare, immagazzinare e scambiare informazioni."
Schema delle ICT
La nostra viene considerata 'società dell'informazione', che si basa sui pilastri delle telecomunicazioni e dell'informatica. 
L'emergere delle ICT è prodotto del continuo progresso tecnologico che risponde ai cambiamenti dei mercati e degli ambienti di business. 
Le informazioni raccolte attraverso i sistemi ICT permettono l’archiviazione di ogni interazione avvenuta tra impresa e potenziale compratore, in modo da garantire un’esperienza unica a chi vuole acquistare il prodotto aziendale. Gli ambiti professionali che fanno parte delle ICT (che riguardano la progettazione e lo sviluppo tecnico della comunicazione digitale) stanno crescendo in numero e si stanno evolvendo nelle specificità, per operare in ambiti eterogenei ma sempre più interconnessi tra di loro, come informazione on-line, cloud computing, reti sociali, commercio elettronico, marketing digitale, realtà virtuale, trasporto automatizzato, ecc. Oggi le ICT sono utilizzate in una grande varietà di ambiti pubblici e privati senza essere dedicate ad un uso specifico, motivo per cui possono essere considerate general purpose technologies, e sono s
empre più connesse allo sviluppo sociale ed economico delle comunità umane.


Bibliografia:



lunedì 25 maggio 2020

STEP 18

La comunicazione nella filosofia contemporanea

Karl Popper
Quello della comunicazione è un tema che ha sempre interessato la filosofia. In particolare, in età contemporanea, l'evoluzione dei mezzi di comunicazione da una parte e l'esistenzialismo dall'altra hanno portato i filosofi a focalizzarsi sul tema sotto indagine. 
Facendo riferimento ai mass media, Karl Popper, epistemologo tedesco, è autore del saggio 'Cattiva maestra televisione' (trattato nel post al quale è possibile accedere cliccando qui), opera che permette di riflettere sul ruolo della televisione nelle nostre vite e di gestirne meglio l'utilizzo, da cui dipendono i suoi 'effetti collaterali'. 
Il concetto di comunicazione acquista rilievo anche nell'esistenzialismo contemporaneo. Il Novecento, infatti, è caratterizzato dal superamento della categoria idealistica di Spirito che rendeva superfluo porre il problema della relazione interpersonale tra gli individui e dalla crescente consapevolezza della strutturalità del comunicare all’essere dell’uomo, come sottolinea Martin Heidegger in Essere e tempo (1927)
"Essa (la comunicazione esistenziale) realizza la partecipazione della situazione emotiva e della comprensione propria dell’essere insieme. La comunicazione non è il trasferimento di esperienze vissute (quali possono essere, ad es., opinioni e desideri) dall’intimo di un soggetto all’intimo di un altro. L’esserci insieme è già sostanzialmente rivelato nella situazione emotiva comune e nella comune comprensione."
Per Heidegger, il linguaggio è "la casa dell'essere", il luogo in cui le cose si mostrano all'uomo. In questo senso, il parlare dell'uomo poggia sull'ascolto e sull'appropriazione di ciò che è detto nel linguaggio.

Martin Heidegger


Bibliografia:

sabato 23 maggio 2020

L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica


Durante la lezione del 22/05/2020 è stato trattato Walter Benjamin, considerato non un semplice filosofo, ma anche uno scrittore, un critico letterario e traduttore tedesco.
 Una delle più importanti opere dell'autore è 'L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica' (pubblicata postuma dall'amico Adorno nel 1955), saggio di una grandissima potenza profetica. In quest'opera, infatti, l'autore profetizza una popolarizzazione dell'arte mettendo al centro i mass media in maniera filosofica. Benjamin riflette su ciò che l'opera d'arte ha tramesso e comunicato alle masse nel corso del tempo; ad esempio, la nascita della fotografia ha potenziato la riproducibilità di un'opera, con la quale viene meno l’aura dell’opera d’arte, la sua irripetibile autenticità.
Il concetto di aura, secondo Benjamin, risale alle origini dell’opera d’arte, che prima di essere oggetto estetico (valore espositivo) appare come oggetto di culto e di devozione (valore cultuale). Il concetto di aura rimanda a una sorta di sensazione, di carattere mistico o religioso in senso lato, suscitata nello spettatore dalla presenza materiale dell’unico esemplare di un’opera d’arte. Essa è un'atmosfera, determinata dall'incontro con un'opera originale nel suo 'hic et nunc', che spinge l'essere umano a recarsi in un museo per ammirarla invece di rimanere a casa guardandola con indifferenza dal proprio cellulare. 
L’età della riproducibilità tecnica e del consumo da parte delle masse impone una totale trasformazione delle premesse sociali e delle modalità di percezione dell’opera d’arte, che dipendono dallo sviluppo della tecnica e dall’affermarsi della società di massa. La fotografia, la discografia e la cinematografia trasportano l'arte in un contesto di consumo quotidiano. Tali nuove tecniche permettono un tipo di fruizione nella quale perde di senso il distinguere tra fruizione dell'originale e fruizione di una copia, cosa che comporta una perdita dell'aura dell'opera d'arte.  Avendo perso con l’aura il suo carattere di sacralità (ovverosia, il suo aspetto “cultuale”), l’arte del Novecento si pone l’obiettivo di cambiare direttamente la vita quotidiana delle persone, influenzando il loro comportamento: l’arte assume un ruolo politico, che può esercitarsi sia in funzione progressista, che reazionaria.
Walter Benjamin


Bibliografia:

venerdì 22 maggio 2020

Comunicazione tra le rane

Massimo Delledonne, docente di genetica presso l'Università degli studi di Verona, nella prima parte del video che riporto sotto (riguardante la memoria del DNA), parla del modo di comunicare delle rane, anfibi esistenti da ben 50 milioni di anni.
 Per moltiplicarsi, questi animali utilizzano un segnale di richiamo: le femmine ascoltano i maschi che gracidano, cercando di capire quanto siano vigorosi i a seconda della forza del suono. Nei maschi, questo fenomeno è spinto da un alto livello di testosterone. In molte specie di rane, i maschi comunicano usando impulsi sonori intervallati da pause regolari. La lunghezza delle pause è piena di significato: per esempio, una rana arboricola del Pacifico usa un richiamo lento per intimidire gli altri maschi e uno veloce per attrarre le femmine. Molti anni fa i ricercatori scoprirono nelle rane singole cellule nervose che si attivavano in risposta a richiami simulati di diversa lunghezza.  
Sono presenti però alcune eccezioni a questa regola:nella foresta del Borneo, per esempio,è presente la cosiddetta 'rana delle cascate', che ha sviluppato un richiamo non più vocale (perchè, a causa del suono delle cascate la femmina non riesce a sentire), ma visuale; il maschio, infatti, muove le zampe per essere visto, movimento dettato da una spinta ormonale. 



Bibliografia:

  1. https://www.lescienze.it/news/2002/09/06/news/il_canto_delle_rane-589170/
  2. http://www.muse.it/it/ufficio-stampa/comunicati-stampa/pagine/Suoni-e-musiche-dal-mondo-animale--ragni,-insetti-e-rane--.aspx

domenica 17 maggio 2020

La grande comunicazione: il theatro

La lezione del 15/05/2020 mi ha portato a conoscere i teatri, nuovi generi letterari che nascono nel XVI secolo con la diffusione della scienza. Scritti dapprima in latino, poi in italiano, i theatri anticipano le ICT (tecnologie della comunicazione) e permettono al lettore una trasmissione delle conoscenze, relative a qualsiasi ambito (dalla medicina alle macchine, dall'arte alla farmacia) per immagini. La copertina di queste opere è di solito un vero e proprio teatro, ai cui lati sono presenti le figure di Aristotele (che rappresenta l'aritmetica) e Pitagora (che rappresenta la geometria). Esempi di theatri sono il Theatrum Instrumentorum et Machinorum di Jaques Besson (1569), Le machine di Giovanni Branca (1629), il Theatrum machinarum hydraulicarum di Jacop Leupold (1724-25). Particolarmente significativa è il Novo Teatro di machine et edificii (1607) dell'inventore italiano Vittorio Zonca. L'autore, infatti, opera una grande rivoluzione della comunicazione e glorifica la tecnica con il disegno all'inizio dell'opera, che presenta novità che saranno poi caratteristiche della disciplina del disegno tecnico. Nel primo disegno dell'opera:


Primo disegno dell'opera di Zonca
  1. Nasce l'esploso dei particolari;
  2. C'è una scala grafica, che permette la riproduzione all'esterno della misura, simbolo della rivoluzione scientifica;
  3. Il disegno non è in prospettiva, ma in assonometria, tecnica che permette la misurazione della profondità.

Il disegno tecnico, da semplice raffigurazione, diventa modello dimensionale di un oggetto che in base ad esso può essere costruito.
Si nota come il theatro non sia un'opera rivolta agli addetti ai lavori, ma alle persone colte che vogliono imparare e aumentare la propria cultura, in linea con le tendenze del secolo dei lumi. 







LEZIONI AMERICANE

 “Alle volte mi sembra che un'epidemia pestilenziale abbia colpito l'umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l'uso d...