Il mito di Cassandra e l’impossibilità di comunicare
Nella mitologia greca Cassandra, figlia di Priamo, re di
Troia, era la sacerdotessa del tempio di Apollo, dio del Sole che si innamorò
della donna e che, per conquistarla, le diede il dono di poter predire il futuro.
Cassandra |
Una volta ricevuto il dono, Cassandra rifiutò l’amore di Apollo e il Dio,
per vendicarsi, le sputò sulle labbra e
la condannò a non essere ascoltata e creduta. Non è un caso che la maledizione
del Dio abbia interessato la bocca, organo preposto all’oralità e alla
comunicazione.
Da quel momento in poi Cassandra ebbe il potere di prevedere il
futuro (annunciò, ad esempio, il rapimento di Elena e il cavallo di Troia), ma
i suoi presagi negativi non vennero presi in considerazione.
Per questo motivo, ancora oggi si utilizza l’espressione
“essere una Cassandra”, per indicare qualcuno che predice eventi disastrosi
senza essere ascoltato.
In psicologia, la 'sindrome di Cassandra' designa invece una
vera e propria patologia, relativa ad un comportamento eccessivamente
pessimista e dallo sfondo ossessivo-maniacale, che porta a prevedere
costantemente disgrazie per sé o per altri.
Il mito dimostra come uno degli aspetti fondamentali della comunicazione
sia proprio l’ascolto, senza il quale l’atto stesso del comunicare perde
significato.
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