venerdì 27 marzo 2020

Comunicazione...nell'antico Egitto!

"I geroglifici egizi (dal greco ἱερογλυφικός – hieroglyphikós – che significa “segno sacro inciso”) utilizzavano 24 segni di base i quali, combinati in modo diverso secondo regole anche complesse, conducevano a un totale di quasi 7000 segni diversi.
La più antica forma “geroglifica” è quella in cui i vari oggetti animati o inanimati sono dipinti in modo accurato, ma parecchi geroglifici non sono così facilmente identificabili.
Esempio 1
Ogni parola era in principio costituita da tre parti:


  • La prima era composta da segni fonetici o fonogrammi che suggerivano la pronuncia della parola.
  • La seconda, spesso omessa, era formata da un pittogramma che rappresentava l’oggetto.
  • La terza era composta da un determinativo che indicava l’ambito di cui si stava parlando. Questo determinativo aiutava la corretta interpretazione della parola, oltre ad indicare la fine della stessa, ma non aveva valore fonetico. 
La scrittura geroglifica era quindi nello stesso tempo fonetica, figurativa e simbolica.
Per quanto riguarda il senso della scrittura essi si scrivono sia da sinistra a destra che da destra a sinistra, sia in orizzontale che in verticale.
Esempio 2
Gli egizi fondevano spesso scene di vita del faraone o anche di gente comune con la scrittura geroglifica ed in un modo molto moderno la scrittura e le immagini sconfinavano l’una nelle altre illuminandosi a vicenda.
Per leggere un’iscrizione la regola è semplice: bisogna seguire l’orientamento dei segni, guardarli in faccia, perchè i geroglifici da parte loro non smettono mai di guardare l’inizio del testo."
(https://www.appuntidistoria.net/geroglifici/)


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