venerdì 29 maggio 2020

I piccioni viaggiatori

Pensando alla comunicazione nel passato, il piccione viaggiatore è tra le prime immagini che vengono in mente. Questo mezzo di comunicazione primitivo viene visto quasi come una leggenda metropolitana, ma questi animali furono protagonisti del mondo delle comunicazioni fin dall'antichità. Questo accadde perchè i piccioni viaggiatori riuscivano a coprire in una sola giornata oltre 900 chilometri, all’incirca la distanza aerea tra Roma e Praga. 
Il primo impiego del piccione viaggiatore risale ad oltre 3.000 anni fa, quando già veniva adoperato da Egiziani e Persiani. Le civiltà greco-romane utilizzavano questo sistema per comunicare informazioni importanti (come ad esempio i nomi dei vincitori dei giochi olimpici) fino ai confini dell'impero.
Nonostante l'invenzione del telegrafo, anche durante la Grande Guerra si fece uso del piccione viaggiatore; i moderni mezzi di comunicazione, infatti, nonostante fossero più efficienti, potevano essere manomessi o intercettati. Per risolvere questo problema l'esercito italiano fece un largo uso dei pennuti, creando delle vere e proprie colombaie mobili per permettere di mettere in comunicazione le truppe operanti in prima linea con i comandanti che si trovavano in aree più riparate.
I piccioni viaggiatori vennero riadoperati anche nella seconda guerra mondiale: fu una colomba chiamata “Paddy” che il 6 giugno 1944, riuscendo a beffarsi dei falchi tedeschi e attraversando oltre 230 miglia, portò per prima notizie agli alleati riguardo allo sbarco in Normandia. 

Piccioni viaggiatori




Bibliografia:

STEP 21

L'etica nella comunicazione

Secondo la retorica di Aristotele, l'etica della comunicazione si può intendere come un abito morale per cui, secondo logica, tra due argomentazioni, dovrebbe prevalere quella migliore e non quella contenente la strategia per catturare il consenso. 
La frase precedente fa comprendere come comunicare possa presentare una valenza positiva o negativa a seconda di ciò che si vuole condividere e di quali siano gli scopi e i mezzi di tale condivisione.
La comunicazione efficace
Un esempio di applicazione positiva della comunicazione è la trasmissione di informazioni mediante le quali è possibile il progresso. Se non ci fosse comunicazione tra centri di ricerca e tra Stati, ad esempio, sarebbe quasi impossibile debellare un virus a livello globale. Si può considerare positiva, inoltre, quella comunicazione che permette una maggiore comprensione tra 2 o più individui, la comunicazione che porta al compromesso e alla pace; infatti, essa spesso è la carta da giocare per evitare un 'bellum omnium contra omnes', come affermato da Hobbes
I mass media sono il mezzo mediante il quale è possibile buona parte della comunicazione ai giorni nostri, ma sono da considerare un'applicazione positiva o negativa? Ciò che conferisce carattere positivo o negativo, in realtà, è lo scopo per cui vengono utilizzati questi strumenti. I mass media, infatti, hanno permesso di eliminare le distanze e di sentirsi vicini grazie al possesso di un cellulare anche se ci si trova a km di distanza; questo è da considerare molto positivo. 
D'altra parte, però, spesso la parola 'comunicazione' viene accostata a 'propaganda' o, ancora peggio, 'persuasione'. Nel corso della storia, infatti, molti dittatori hanno utilizzato i mezzi di comunicazione per poter diffondere il proprio pensiero e obbligare, spesso anche inconsciamente, tutti i cittadini ad avere un 'pensiero unico'. I dittatori dei totalitarismi del Novecento (Hitler, Mussolini e Stalin) si basarono sulla propaganda " nel riuscire a risvegliare l'immaginazione del pubblico attraverso un appello ai loro sentimenti, a trovare la forma psicologica appropriata che attragga l'attenzione e faccia appello al cuore delle masse nazionali" (parte presa direttamente dal Mein Kampf di Hitler). Nonostante il periodo dei totalitarismi sia passato, l'utilizzo dei mezzi di comunicazione per persuadere è presente in maniera subdola e nascosta. Come afferma Vance Packard (a cui ho dedicato un articolo che si può leggere cliccando qui),  il marketing dei giorni nostri utilizza trucchi psicologici e tattiche usate dal marketing per manipolare la mente dell'uomo e indurlo a comprare un determinato prodotto. 
Conseguenze della tecnologia persuasiva






Bibliografia:

mercoledì 27 maggio 2020

STEP 20

La comunicazione ai tempi di Leopardi

"Certamente gli uomini che verranno di qua a mille anni, appena chiameranno civile la età presente, diranno che noi vivevamo in continui ed estremi timori e difficoltà, stenteranno a comprendere come si potesse menare e sopportar la vita essendo di continuo esposti ai pericoli delle tempeste, dei fulmini ec., navigare con tanto rischio di sommergersi, commerciare  e comunicar coi lontani essendo sconosciuta o imperfetta la navigazione aerea, l’uso dei telegrafi ec., considereranno con meraviglia la lentezza dei nostri presenti mezzi di comunicazione, la loro incertezza ec. Eppur noi non sentiamo, non ci accorgiamo di questa tanta impossibilità o difficoltà di vivere che ci verrà attribuita; ci par di fare una vita assai comoda, di comunicare insieme assai facilmente e speditamente, di abbondar di piaceri e di comodità, in fine di essere in un secolo raffinatissimo e lussurioso. Or credete pure a me, che altrettanto pensavano quegli uomini che vivevano avanti l’uso del fuoco, della navigazione ec. ec.; quegli uomini che noi, specialmente in questo secolo, con magnifiche dicerie rettoriche predichiamo come esposti."
da 'Zibaldone-Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura',pag.4199 

In questo passo, tratto dallo Zibaldone, Giacomo Leopardi espone in maniera quasi profetica la sua opinione sul progresso della scienza e, in particolare, dei mezzi di comunicazione. L'autore immagina che nei secoli successivi al suo (19esimo) ci sarà un apparente sviluppo dei mezzi di comunicazione che porterà gli uomini a guardare al passato come ad un periodo governato dall'incertezza e dalla difficoltà di vivere. Leopardi però sottolinea come nel suo presente non si respiri affatto un'aria di timore generale, ma si consideri la situazione descritta nel brano come normalità. 
Il passo dell'autore, quindi, assume una validità generale: noi esseri umani tendiamo a cercare sempre il meglio e il progresso ma, nella maggior parte dei casi, così facendo sviluppiamo necessità che non sentivamo prima dell'esistenza di una determinata invenzione. In poche parole, questo sintetico ma illuminante passo fa comprendere come in realtà per comunicare non siano necessari tutti i mass media che utilizziamo quotidianamente (che spesso non solo informano, ma influenzano e persuadono), ma un gesto, uno sguardo oppure una frase, strumenti che l'uomo possiede da sempre.


Giacomo Leopardi

STEP 19

L'utopia di una lingua parlata in tutto il mondo: l'esperanto

Una lingua parlata dagli uomini di tutte le nazionalità è un'utopia che ci ha permesso di pensare ad una connessione e trasmissione di pensieri e informazioni totale, che potesse portare ad una maggiore unione culturale tra i Paesi del mondo, senza fraintendimenti o incomprensioni.
L'esperanto è il tentativo di rendere realtà l'utopia appena descritta. Essa è una lingua artificiale sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall'oculista polacco Ludwik Lejzer Zamenhof, semplice e intuitiva, con lo scopo di permettere a tutti i popoli di comunicare facilmente; è governata da 16 regole senza eccezioni con una grammatica minima e fondata su un vocabolario di radici latine, germaniche e slave, capace di produrre da sé neologismi comprensibili per tutti i suoi locutori.
L'esperanto aveva le carte in regola per diventare la lingua comune dell’Europa intera, dall’Atlantico agli Urali, ma purtroppo non riuscì mai a svilupparsi come lingua internazionale. Il nome esperanto deriva dal suo ideatore, che si firmò “Doktoro Esperanto = Il dottore speranzoso” quando la presentò nel suo libro Lingua internazionale. 

 Francesco De Gregori riprende la derivazione del nome della lingua con la canzone 'Rumore di niente', di cui riporto una parte:

"L'avevi creduto davvero 

Che avremmo parlato Esperanto? 
L'avevi creduto davvero 
O l'avevi sperato soltanto?"

Nonostante il mancato sviluppo come lingua internazionale, il dizionario dell'esperanto contiene tra le 15.000 e le 20.000 radici, da cui si formano oltre 150.000 parole. La lingua continua ad evolvere perché viene usata negli ambienti internazionali.
L'Associazione universale esperanto (Uea), ha affiliati nazionali in 55 paesi. Calcoli basati sul numero di testi venduti e sulle iscrizioni alle sezioni locali mostrano che il numero di persone con qualche conoscenza della lingua si pone sull'ordine delle centinaia di migliaia e forse milioni.


martedì 26 maggio 2020

Tecnologie della comunicazione e dell'informazione

Le ICT (Information and Communication Technologies) vengono definite nel dizionario Treccani "tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione (linee di comunicazione cablate e senza fili), i computer, le tecnologie audio-video e relativi software, che permettono agli utenti di creare, immagazzinare e scambiare informazioni."
Schema delle ICT
La nostra viene considerata 'società dell'informazione', che si basa sui pilastri delle telecomunicazioni e dell'informatica. 
L'emergere delle ICT è prodotto del continuo progresso tecnologico che risponde ai cambiamenti dei mercati e degli ambienti di business. 
Le informazioni raccolte attraverso i sistemi ICT permettono l’archiviazione di ogni interazione avvenuta tra impresa e potenziale compratore, in modo da garantire un’esperienza unica a chi vuole acquistare il prodotto aziendale. Gli ambiti professionali che fanno parte delle ICT (che riguardano la progettazione e lo sviluppo tecnico della comunicazione digitale) stanno crescendo in numero e si stanno evolvendo nelle specificità, per operare in ambiti eterogenei ma sempre più interconnessi tra di loro, come informazione on-line, cloud computing, reti sociali, commercio elettronico, marketing digitale, realtà virtuale, trasporto automatizzato, ecc. Oggi le ICT sono utilizzate in una grande varietà di ambiti pubblici e privati senza essere dedicate ad un uso specifico, motivo per cui possono essere considerate general purpose technologies, e sono s
empre più connesse allo sviluppo sociale ed economico delle comunità umane.


Bibliografia:



lunedì 25 maggio 2020

STEP 18

La comunicazione nella filosofia contemporanea

Karl Popper
Quello della comunicazione è un tema che ha sempre interessato la filosofia. In particolare, in età contemporanea, l'evoluzione dei mezzi di comunicazione da una parte e l'esistenzialismo dall'altra hanno portato i filosofi a focalizzarsi sul tema sotto indagine. 
Facendo riferimento ai mass media, Karl Popper, epistemologo tedesco, è autore del saggio 'Cattiva maestra televisione' (trattato nel post al quale è possibile accedere cliccando qui), opera che permette di riflettere sul ruolo della televisione nelle nostre vite e di gestirne meglio l'utilizzo, da cui dipendono i suoi 'effetti collaterali'. 
Il concetto di comunicazione acquista rilievo anche nell'esistenzialismo contemporaneo. Il Novecento, infatti, è caratterizzato dal superamento della categoria idealistica di Spirito che rendeva superfluo porre il problema della relazione interpersonale tra gli individui e dalla crescente consapevolezza della strutturalità del comunicare all’essere dell’uomo, come sottolinea Martin Heidegger in Essere e tempo (1927)
"Essa (la comunicazione esistenziale) realizza la partecipazione della situazione emotiva e della comprensione propria dell’essere insieme. La comunicazione non è il trasferimento di esperienze vissute (quali possono essere, ad es., opinioni e desideri) dall’intimo di un soggetto all’intimo di un altro. L’esserci insieme è già sostanzialmente rivelato nella situazione emotiva comune e nella comune comprensione."
Per Heidegger, il linguaggio è "la casa dell'essere", il luogo in cui le cose si mostrano all'uomo. In questo senso, il parlare dell'uomo poggia sull'ascolto e sull'appropriazione di ciò che è detto nel linguaggio.

Martin Heidegger


Bibliografia:

sabato 23 maggio 2020

L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica


Durante la lezione del 22/05/2020 è stato trattato Walter Benjamin, considerato non un semplice filosofo, ma anche uno scrittore, un critico letterario e traduttore tedesco.
 Una delle più importanti opere dell'autore è 'L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica' (pubblicata postuma dall'amico Adorno nel 1955), saggio di una grandissima potenza profetica. In quest'opera, infatti, l'autore profetizza una popolarizzazione dell'arte mettendo al centro i mass media in maniera filosofica. Benjamin riflette su ciò che l'opera d'arte ha tramesso e comunicato alle masse nel corso del tempo; ad esempio, la nascita della fotografia ha potenziato la riproducibilità di un'opera, con la quale viene meno l’aura dell’opera d’arte, la sua irripetibile autenticità.
Il concetto di aura, secondo Benjamin, risale alle origini dell’opera d’arte, che prima di essere oggetto estetico (valore espositivo) appare come oggetto di culto e di devozione (valore cultuale). Il concetto di aura rimanda a una sorta di sensazione, di carattere mistico o religioso in senso lato, suscitata nello spettatore dalla presenza materiale dell’unico esemplare di un’opera d’arte. Essa è un'atmosfera, determinata dall'incontro con un'opera originale nel suo 'hic et nunc', che spinge l'essere umano a recarsi in un museo per ammirarla invece di rimanere a casa guardandola con indifferenza dal proprio cellulare. 
L’età della riproducibilità tecnica e del consumo da parte delle masse impone una totale trasformazione delle premesse sociali e delle modalità di percezione dell’opera d’arte, che dipendono dallo sviluppo della tecnica e dall’affermarsi della società di massa. La fotografia, la discografia e la cinematografia trasportano l'arte in un contesto di consumo quotidiano. Tali nuove tecniche permettono un tipo di fruizione nella quale perde di senso il distinguere tra fruizione dell'originale e fruizione di una copia, cosa che comporta una perdita dell'aura dell'opera d'arte.  Avendo perso con l’aura il suo carattere di sacralità (ovverosia, il suo aspetto “cultuale”), l’arte del Novecento si pone l’obiettivo di cambiare direttamente la vita quotidiana delle persone, influenzando il loro comportamento: l’arte assume un ruolo politico, che può esercitarsi sia in funzione progressista, che reazionaria.
Walter Benjamin


Bibliografia:

venerdì 22 maggio 2020

Comunicazione tra le rane

Massimo Delledonne, docente di genetica presso l'Università degli studi di Verona, nella prima parte del video che riporto sotto (riguardante la memoria del DNA), parla del modo di comunicare delle rane, anfibi esistenti da ben 50 milioni di anni.
 Per moltiplicarsi, questi animali utilizzano un segnale di richiamo: le femmine ascoltano i maschi che gracidano, cercando di capire quanto siano vigorosi i a seconda della forza del suono. Nei maschi, questo fenomeno è spinto da un alto livello di testosterone. In molte specie di rane, i maschi comunicano usando impulsi sonori intervallati da pause regolari. La lunghezza delle pause è piena di significato: per esempio, una rana arboricola del Pacifico usa un richiamo lento per intimidire gli altri maschi e uno veloce per attrarre le femmine. Molti anni fa i ricercatori scoprirono nelle rane singole cellule nervose che si attivavano in risposta a richiami simulati di diversa lunghezza.  
Sono presenti però alcune eccezioni a questa regola:nella foresta del Borneo, per esempio,è presente la cosiddetta 'rana delle cascate', che ha sviluppato un richiamo non più vocale (perchè, a causa del suono delle cascate la femmina non riesce a sentire), ma visuale; il maschio, infatti, muove le zampe per essere visto, movimento dettato da una spinta ormonale. 



Bibliografia:

  1. https://www.lescienze.it/news/2002/09/06/news/il_canto_delle_rane-589170/
  2. http://www.muse.it/it/ufficio-stampa/comunicati-stampa/pagine/Suoni-e-musiche-dal-mondo-animale--ragni,-insetti-e-rane--.aspx

domenica 17 maggio 2020

La grande comunicazione: il theatro

La lezione del 15/05/2020 mi ha portato a conoscere i teatri, nuovi generi letterari che nascono nel XVI secolo con la diffusione della scienza. Scritti dapprima in latino, poi in italiano, i theatri anticipano le ICT (tecnologie della comunicazione) e permettono al lettore una trasmissione delle conoscenze, relative a qualsiasi ambito (dalla medicina alle macchine, dall'arte alla farmacia) per immagini. La copertina di queste opere è di solito un vero e proprio teatro, ai cui lati sono presenti le figure di Aristotele (che rappresenta l'aritmetica) e Pitagora (che rappresenta la geometria). Esempi di theatri sono il Theatrum Instrumentorum et Machinorum di Jaques Besson (1569), Le machine di Giovanni Branca (1629), il Theatrum machinarum hydraulicarum di Jacop Leupold (1724-25). Particolarmente significativa è il Novo Teatro di machine et edificii (1607) dell'inventore italiano Vittorio Zonca. L'autore, infatti, opera una grande rivoluzione della comunicazione e glorifica la tecnica con il disegno all'inizio dell'opera, che presenta novità che saranno poi caratteristiche della disciplina del disegno tecnico. Nel primo disegno dell'opera:


Primo disegno dell'opera di Zonca
  1. Nasce l'esploso dei particolari;
  2. C'è una scala grafica, che permette la riproduzione all'esterno della misura, simbolo della rivoluzione scientifica;
  3. Il disegno non è in prospettiva, ma in assonometria, tecnica che permette la misurazione della profondità.

Il disegno tecnico, da semplice raffigurazione, diventa modello dimensionale di un oggetto che in base ad esso può essere costruito.
Si nota come il theatro non sia un'opera rivolta agli addetti ai lavori, ma alle persone colte che vogliono imparare e aumentare la propria cultura, in linea con le tendenze del secolo dei lumi. 







STEP 17

L'abbecedario della comunicazione

A. Arte
B. Brainstorming
C. Connessione
D. Danza
E. Espressione
F. Fotografia
G. Gesto
H. Hello
I. Immagine
L. Linguaggio
M. Mass Media
N. Notizia
O. Opinione
P. Pubblicità
Q. Quadro
R. Radio
S. Storia
T. Theatro
U. Urlo
V. Voce
Z. Zarathustra

sabato 16 maggio 2020

STEP 16

Guglielmo Marconi

"La cosiddetta 'scienza', di cui mi occupo, non è altro che l'espressione della Volontà Suprema, che mira ad avvicinare le persone tra loro al fine di aiutarli a capire meglio e a migliorare se stessi."
Uno dei principali protagonisti della comunicazione è sicuramente Guglielmo Marconi (1874-1937), inventore, imprenditore e politico italiano, scopritore della trasmissione a distanza di segnali elettromagnetici (‘telegrafia senza fili’ o radiotelegrafia) che costituisce la base della radio e poi della televisione
Guglielmo Marconi
La storia della comunicazione per Marconi iniziò nel 1895,  quando acquistò alcuni componenti e preparò il primo trasmettitore (e ricevitore) radiotelegrafico. L’apparato di trasmissione e quello di ricezione erano separati da una collina: i segnali Morse furono ricevuti a circa 2 km di distanza dal fratello, che segnalò il successo della prova con un colpo di fucile. Aveva così compiuto il primo esperimento di telegrafia senza fili e realizzato la prima trasmissione di un segnale Morse su onde radio.   
Marconi inoltre perfezionò alcuni dispositivi tra cui il coesore, aumentandone notevolmente la sensibilità, e introdusse inoltre l’antenna, elemento fondamentale del sistema Marconi.   
Nel giugno del 1896 Marconi ottenne il suo primo brevetto, e nel luglio del 1897 fu costituita la Wireless Telegraph and Signal Company (nota come Marconi Company) della quale l'inventore diventò direttore tecnico e, inizialmente, principale azionista. 
Marconi era molto fiducioso nelle potenzialità della telegrafia senza fili, in primis quella di coprire distanze molto maggiori rispetto a quelle dei primi esperimenti. Riconosceva il profitto che poteva derivare da un progetto di tale portata, motivo per cui sfrutto la sua posizione nella Marconi Company per effettuare ricerche e dimostrazioni a riguardo. 
La prima trasmissione transatlantica dei segnali (1901), dall’Inghilterra fino ad un ricevitore posto in Canada, coprì una distanza di oltre 3.000 km, dimostrando la propagazione a grande distanza delle onde radio nonostante la curvatura terrestre. 
Nel 1908 Marconi riuscì a dar vita ad un ponte di comunicazioni regolari tra le due sponde dell'Atlantico, il suo obiettivo più ambizioso.
Grazie alle sue invenzioni legate alla comunicazione, Guglielmo Marconi vinse il premio Nobel per la fisica nel 1909, condiviso con lo scienziato tedesco Karl Ferdinand Braun, “a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili”.   

Il primo ricevitore di Marconi

Bibliografia:

mercoledì 13 maggio 2020

STEP 15

Il Club di Roma

Nello scenario dei limiti dello sviluppo, la comunicazione è stata fondamentale. Infatti, l'importanza dell'opera 'Rapporto sui limiti dello sviluppo' (1972), che predice le conseguenze della continua crescita della popolazione sull'ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana, è stata diffusa dal Club di Roma, un’associazione di scienziati, umanisti e imprenditori legati dalla comune preoccupazione per la situazione mondiale fondata nel 1968 da Aurelio Peccei e da Alexander King
Il nome deriva dal luogo della sua prima riunione, svoltasi presso la sede dell'Accademia dei Lincei alla Villa Farnesina. La sua missione è di agire come catalizzatore dei cambiamenti globali, individuando i principali problemi che l'umanità si troverà ad affrontare, analizzandoli in un contesto mondiale e ricercando soluzioni alternative nei diversi scenari possibili.
Alcuni membri del club di Roma

Pubblicati negli anni della grande crisi petrolifera e dell'unica crisi dei mercati cerealicoli della seconda metà del secolo, i due rapporti realizzati dal MIT per il Club di Roma produssero immensa attenzione, ma l'essenza del messaggio, la previsione che dopo l'anno 2000 l'umanità si sarebbe scontrata con la rarefazione delle risorse naturali, fu sostanzialmente rigettata dalla cultura economica internazionale
Gli autori sono stati accusati di catastrofismo, ma il messaggio che volevano lanciare era diverso e ben più profondo. Dennis Meadows, durante la presentazione del libro avvenuta a Washington il 2 marzo 1972, ha riassunto in cinque punti le vere conclusioni di I limiti della crescita:
1 . Ci sono limiti fisici alla crescita che, al ritmo attuale ( del 1972, n.d.a.), verranno probabilmente raggiunti già nel corso della vita dei nostri figli;
2 . Se operando scelte a breve termine continueremo a ignorare questi limiti, essi saranno inevitabilmente superati con conseguenze catastrofiche;
3 . L’unica alternativa è riequilibrare l’incremento demografico e la produzione materiale con l’ambiente e le risorse;
4 . Ci vorranno dai 50 ai 100 anni per raggiungere questo equilibrio;
5 . Ogni anno perso nel perseguimento di questi obiettivi rende una transizione ordinata verso una situazione di equilibrio sempre più difficile, riducendo le nostre opzioni.

Il secondo modello del mondo per il club di Roma





martedì 12 maggio 2020

The storytelling animal

Jonathan Gottschall è l'autore di 'The storytelling animal' (2012, in italiano 'L'istinto di narrare'), libro che mette in evidenza la necessità dell'uomo (definito appunto 'storytelling animal') di comunicare con gli altri e con il mondo narrando e ascoltando storie.
Gottschall accompagna il lettore in un viaggio che analizza lo storytelling dal punto di vista della psicologia, della neurologia e dell’antropologia, partendo dalle origini del genere umano. La capacità di narrare, infatti, esiste da quando è apparso l'homo sapiens, che lasciava per qualche ora la caccia, la difesa e la raccolta di cibo per dedicarsi al racconto di storie, comportamento che portava vantaggi al gruppo.
Copertina del libro a cura dell'editore Bollati Boringhieri
Nel suo testo Gottschall riassume un po’ i vari studi che fino ad oggi hanno indagato sulla capacità umana di narrare storie, cercando di dare una spiegazione a questa attitudine che ci distingue da tutti gli altri animali; ad esempio, la peculiarità del raccontarsi storie viene considerata come un espediente genetico per coniugare la trasmissione dei saperi della specie al dilettevole atto di narrare in sè.  L'autore parla anche del nuovo contesto digitale, riflettendo se e in che modo questo ha cambiato il nostro modo di produrre o fruire narrazioni. 
L'opera è ricca di esempi  (i bambini che si fanno raccontare storie prima di andare a dormire, noi essere umani che tendiamo a sognare ad occhi aperti) che contribuiscono a far comprendere al lettore il peso che la narrazione ha da sempre nella nostra vita.

Bibliografia:

domenica 10 maggio 2020

Comunicare la musica con i videoclip

Grazie ai videoclip musicali siamo in grado non solo di apprezzare la musica sul piano uditivo, ma anche di conoscerne meglio la storia o di carpire dei significati nascosti.  Da Video Killed the Radio Star dei The Buggles (riportato alla fine del post), primo video musicale ad essere programmato sull'appena nata MTV nel 1981, la maggior parte dei cantanti si è servito di questo nuovo e creativo strumento per comunicare qualcosa in più delle loro canzoni più significative e famose. 
A livello sociologico l’ascesa del videoclip può spiegarsi come tentativo, da parte dell’industria dello spettacolo, di offrire qualcosa di diverso alle masse giovanili in un momento difficile per la creatività musicale. Questa inedita tipologia di fruizione sonora, la cui protagonista risulta l'immagine, è stata favorita dalla crisi (soprattutto ideologica) dei grandi raduni alla Woodstock e dalle novità tecnologiche digitali (con il CD a soppiantare in fretta i vecchi 45 e 33 giri).
Il trend del video musicale viene seguito sia dalle Major discografiche, sia dai produttori indipendenti, dotati di minore budget. Infatti, con l'esplosione di Internet e del Web, questo trend è diventato una sorta di modus operandi consolidato. 
Il videoclip diventa un biglietto da visita mediante il quale l'ascoltatore  di apprezza maggiormente la musica e l'artista, che ha la possibilità di rappresentarsi visivamente tramite un audiovisivo. 




Bibliografia:
-https://it.wikipedia.org/wiki/Videoclip#Storia_e_sviluppo
-https://www.lacomunicazione.it/voce/videoclip/
-http://www.autori-multimediali.it/nascita-e-storia-della-produzione-video-musicale/

venerdì 8 maggio 2020

Approfondimento sulla lezione dell'8/05/2020

La comunicazione alternativa di William Blake


Durante la lezione di oggi, parlando della creatività, ci sono stati più riferimenti alle opere di William Blake, poeta famoso per la sua sua pittura evocativa, che nasce nel periodo dei lumi ma vive in un 'romantic visionary world'. 
La sua ispirazione non viene tanto dai libri quanto da una inner light (luce interiore) che ne fa quasi un veggente.  L'autore si considera come un profeta che usa il disegno per rappresentare le sue idee. Grazie alle sue opere pittoriche, Blake riesce a 'comunicare per immagini' una visione dell'arte estremamente personale, intesa come critica, profezia, utopia. Dipingere è per lui una sorta di rivelazione, che gli permette di vivere la propria creatività a 360 gradi. 
Il Demiurgo
Tra i suoi lavori artistici più famosi c'è il disegno del Demiurgo (The Ancient of Days (1794), che raffigura l'atto della creazione tramite un compasso) e l'illustrazione del capolavoro dantesco, grazie all'intercessione di John Linnel, amico dell'artista con cui condivide il disprezzo per il modernismo e una devozione abbastanza profonda nei confronti dello spiritualismo. 
Quella di William Blake può essere considerata come una forma di comunicazione alternativa ma molto efficace, dalla quale si intravede l'anticipazione del graphic novel.

Bibliografia:
-https://it.wikipedia.org/wiki/William_Blake
-https://www.mlaworld.com/blog/william-blake-lezione-arte-poesia/
-https://www.avvenire.it/agora/pagine/william-blake-mostra-tate-britain-londra



Beatrice mostra la via a Dante





Francesca da Rimini

Gesticolare

Il gesticolare ("v. intr. [dal lat. gesticulari, der. di gestus -us «gesto»] (io gestìcolo, ecc.; aus. avere). – Fare ampî gesti" http://www.treccani.it/vocabolario/gesticolare/)  è una caratteristica che gli stranieri attribuiscono a noi italiani da sempre. 
La nostra può essere considerata una sorta di lingua nazionale in più, che aiuta non solo a capirsi meglio, ma anche a trasmettere in modo più efficace pensieri e conoscenza. 
La componente verbale viene usata per comunicare l'informazione, quella non verbale serve a trasmettere stati d'animo e atteggiamenti personali. La conferma del ruolo dei gesti arriva da uno studio condotto dal ricercatore Albert Mehrabian, che ha analizzato l’impatto di un messaggio comunicativo in termini di percentuali: 7% verbale, 38% vocale e 55% segni e gesti, cioè linguaggio non verbale. 
Il 30 giugno 2013 il New York Times ha dedicato un articolo (a cui è possibile accedere cliccando qui) alla abitudine italiana di gesticolare mentre si parla.  Si può leggere che esistono circa 250 gesti con un significato preciso che vengono utilizzati quotidianamente durante le nostre conversazioni.  All'interno dello stesso articolo è presente un servizio interattivo(riportato sotto) che passa in rassegna tutti i significati dei nostri gesti.



Bibliografia:
-http://www.treccani.it/vocabolario/gesticolare/
-https://altritaliani.net/il-gesticolare-degli-italiani-un/
https://lamenteemeravigliosa.it/linguaggio-non-verbale-cosa-rivelano-le-nostre-mani/

mercoledì 6 maggio 2020

STEP 14

La morte di Kim Jong-un

Kim Jong-Un
La settimana scorsa, la presunta morte del dittatore nordcoreano Kim Jong-un è stata presente su tutti i giornali e mass-media. Dopo 20 giorni di assenza avvolta nel mistero più totale il leader nordcoreano è riapparso in pubblico il 2 maggio, senza apparenti segnali di malattia, nonostante le speculazioni sul suo stato di salute che si erano spinte fino a parlare di morte.Il 12 aprile Kim era stato sottoposto a un intervento chirurgico per un problema cardiovascolare. Il 21 aprile, CNN aveva scritto che i servizi di intelligence degli Stati Uniti avevano ricevuto notizie riguardo alla morte di Kim Jong-un, ma erano successivamente state smentite. Altre notizie su Kim Jong-un sono arrivate qualche giorno dopo, con la conferma dell’assenza di Kim dalle celebrazioni per l’anniversario della creazione dell’esercito nordcoreano, che si tengono ogni anno il 25 aprile. La rivista giapponese Shukan Gendai ha scritto che Kim sarebbe in coma dopo essere stato sottoposto a un’operazione al cuore a inizio aprile. La vicepresidente di un’emittente televisiva di Hong Kong – Shijian Xingzou – ha scritto sul social network cinese Weibo di avere informazioni da una «fonte certa» sul fatto che Kim sarebbe morto.La protagonista dell'accaduto è senza dubbio la comunicazione (errata) di notizie senza prove certe di ciò che si è diffuso in pochissimo tempo a causa dei mass media; infatti, nelle settimane di assenza di Kim Jong-un, la stampa nordcoreana – controllata dal regime – non aveva dato notizie di alcun tipo sul suo stato di salute e nessuna notizia era uscita dal resto dell’apparato politico e militare del paese. Di conseguenza, sono state fatte supposizioni errate (basandosi su prove come osservazioni satellitari che dimostrano lo spostamento del treno del
dittatore) a causa dell'alone di mistero da cui era avvolta la vicenda.

Bibliografia:
-https://www.iltempo.it/esteri/2020/05/02/news/kim-jong-un-non-e-morto-foto-pubblico-nord-corea-dittatore-nordcoreano-1322218/

Osservazioni sulla lezione del 6/05/2020

Durante la lezione di oggi, abbiamo visto una parte del filmato 'The Last Call', in cui Dennis Meadows, autore de 'I limiti dello sviluppo', sottolinea l'impossibilità di rallentare e raggiungere un equilibrio mondiale, mettendo l'accento su quanto spesso le cause siano "lontane nello spazio e nel tempo dai sintomi". La questione mi ha fatto riflettere su quanto l'uomo creda di avere in mano le redini della propria vita, senza immaginare cambiamenti improvvisi (che possono essere catastrofi ambientali o, facendo riferimento ad una situazione attuale, la diffusione di una pandemia); in realtà, come aveva già affermato Galilei, non si può ricondurre la natura ad un comportamento lineare. 
Nel filmato che abbiamo visto oggi viene detto che 'la differenza tra collasso ed equilibrio è determinato dalle scelte umane'. Appena ho sentito questa frase mi è balenato in mente il tema che mi è stato assegnato per questo blog, la comunicazione. Credo che in questo contesto una corretta comunicazione sia fondamentale per due principali motivi; da una parte è necessario che ci sia una comunicazione continua tra gli esponenti di tutte le branche del sapere perchè la capacità di mettere insieme l'operato di economisti, ingegneri, sociologi e via dicendo può migliorare la nostra situazione. In secondo luogo ritengo indispensabile la comunicazione per diffondere nel modo corretto le notizie riguardo al nostro pianeta, trasmettendo agli animi di tutti la gravità della situazione. Nessuno di noi può avere piena conoscenza del futuro e, soprattutto, nessuno di noi può avere tutte le conoscenze necessarie per risolvere questa crisi globale, motivo per cui è necessaria la collaborazione tra conoscenze che, nonostante a prima vista sembrino antitetiche, in realtà sono collegate dal filo intricato dei sistemi complessi.

STEP 13

Ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione

Il Politecnico di Torino offre un corso di laurea in Ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione, fortemente orientato alla multimedialità e alla multidisciplinarità.
Il corso, infatti, "mette insieme le competenze tecnologico-applicative, tipiche dell'Ingegneria, con aspetti legati al mondo della comunicazione e delle industrie culturali. L'obiettivo è la formazione di un professionista che sappia operare nell'area dei media rispondendo alle sfide di innovazione che caratterizzano le imprese e i nuovi contesti di produzione digitale. 
La preparazione dei laureati è di tipo multidisciplinare: conoscenze derivate dal mondo delle scienze sociali, dei media, del cinema e del marketing trovano diretta applicazione e possibilità di sperimentazione grazie all'apprendimento degli strumenti tipici dell'ingegneria dell'informazione: linguaggi di programmazione, computer graphic, modellazione 3D, sound design. 
Il laureato in Ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione è in grado di:  
  • pianificare le fasi di realizzazione di un prodotto multimediale e redigere un progetto di comunicazione
  • definire un piano di marketing, con particolare attenzione alle imprese del settore dei media e identificare le strategie di promozione per un prodotto audiovisivo;  
  • utilizzare i sistemi per la realizzazione di applicazioni di grafica 2D e 3D e di interfaccia utente, interagendo con i clienti per la definizione delle specifiche di realizzazione e per coordinare l'implementazione delle applicazioni di grafica 2D e 3D.  
Il profilo formativo consente di lavorare nei settori della progettazione, ingegnerizzazione e produzione dei contenuti mediali in diversi comparti economici: cinema, televisione, web e multimedia." 


Bibliografia:

LEZIONI AMERICANE

 “Alle volte mi sembra che un'epidemia pestilenziale abbia colpito l'umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l'uso d...