sabato 27 febbraio 2021

LEZIONI AMERICANE

 “Alle volte mi sembra che un'epidemia pestilenziale abbia colpito l'umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l'uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l'espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze. Non m'interessa qui chiedermi se le origini di quest'epidemia siano da ricercare nella politica, nell'ideologia, nell'uniformità burocratica, nell'omogeneizzazione dei mass-media, nella diffusione scolastica della media cultura. Quel che mi interessa sono le possibilità di salute. La letteratura (e forse solo la letteratura) può creare degli anticorpi che contrastino l'espandersi della peste del linguaggio.”

Italo Calvino

lunedì 8 giugno 2020

STEP 24

Una sintesi del corso

'Cum munire', 'mettere in comune': queste sono le parole che rimandano all'etimologia della della parola protagonista del mio blog.  
Comunicare esprime la volontà di condividere e diffondere pensieri, idee, emozioni, cultura, informazioni necessarie per affrontare il presente e persino questioni di interesse mondialeLa necessità di comunicare, infatti, ha portato ad un grande sviluppo tecnologico, dal telegrafo di Guglielmo Marconi alle più recenti ICT.
Come afferma Jonathan Gottshall, noi esseri umani siamo 'storytelling animals', animali con l'istinto di narrare. Per questo motivo, nel corso degli anni, letterati, pittori, filosofi e, più in generale, intellettuali, si sono proposti di trasmettere ciò che ritenevano importante e, a distanza di secoli, le loro emozioni e riflessioni giungono alla nostra anima anche solo mediante un'immagine della quale percepiamo l'aura di cui parla Benjamin. 
Molto importante per la comunicazione è la parola, il dialogo. Nonostante ciò, anche la comunicazione non verbale è un tassello fondamentale del modo in cui interagiamo con il mondo. Tra noi esseri umani (e non solo) spesso basta un gesto o uno sguardo d'intesa per potersi comprendere senza parlare, azione che non sempre implica una vera e propria comunicazione.
In letteratura è evidente come alla comunicazione sia spesso affiancata, in maniera antitetica ma caratteristica della specie umana, l'impossibilità di comunicare, a causa della quale, come afferma Pirandello, "crediamo d'intenderci, ma non ci intendiamo mai". Anche se si parla, "il problema è capirsi", ma non sempre questo accade e a volte questa difficoltà porta al rifiuto dell'ascolto dell'altro. Per potersi comprendere a livello universale è stato ideato l'esperanto, lingua artificiale con sole 16 regole grammaticali che, purtroppo, è rimasta soltanto un'utopia. 
La comunicazione è un viaggio alla scoperta del mondo, un vero e proprio dono , che deve essere utilizzato correttamente per favorire la condivisione e la conoscenza e non portare a conseguenze negative. Al giorno d'oggi, infatti, i mass media vengono spesso utilizzati per influenzare il nostro pensiero, motivo per cui Popper parla della televisione come di una cattiva maestra. Nell'ambito del marketing ci sono dei 'persuasori occulti' che, mediante le pubblicità, manipolano la mente dell'uomo e lo inducono a comprare un determinato prodotto. C'è quindi una vera e propria etica nella comunicazione, che deve portarci a condividere ciò che siamo e che vogliamo trasmettere, ma anche ad essere consapevoli delle migliaia di interazioni con il mondo esterno che ogni giorno ci influenzano. 



Intorno ai concetti della comunicazione

sabato 6 giugno 2020

STEP 25

In una giornata primaverile del 2020, durante la ricreazione nella sua scuola bolognese, Guglielmo, protagonista della serie tv relativa allo step 22, chiacchiera con il suo compagno di classe Francesco.
FRANCESCO: Hai visto il nuovo telefono di Sara? Gliel'hanno preso i suoi per il compleanno, ultimo modello!
GUGLIELMO: (Guarda F. con indifferenza) Non ci ho nemmeno fatto caso in realtà.
FRANCESCO: (Sorride) Non avevo dubbi, hai sempre la testa tra le nuvole! Comunque, non conoscere il nome del suo liceo ma avere sempre tra le mani un oggetto di valore deve darle molta soddisfazione.
GUGLIELMO: L'oggetto è di valore soltanto nella sua testa, crede di poter comunicare ancora più velocemente con tutti i suoi amici, ma in realtà si sta isolando sempre di più. Provo a parlarle ma non mi guarda mai negli occhi, ha lo sguardo costantemente fisso sul cellulare, e passa le giornate credendo che quella sia la felicità.
FRANCESCO: (Lo guarda perplesso) Che discorsi filosofici! Cosa sarebbe per te la felicità?
GUGLIELMO: (Fa una smorfia) Sto solo riflettendo sul nostro presente! Non so definire la felicità, ma sicuramente è molto meglio condividere i propri pensieri di persona senza filtri invece di nascondersi costantemente dietro ad uno schermo.
FRANCESCO: E preferiresti stare da solo tutto il giorno dopo la scuola senza la possibilità di sentirti con nessuno? 
GUGLIELMO: Non si esce più per fare una passeggiata? Sinceramente, in questo periodo pagherei per non sentirmi con nessuno, anche quando cerco di rifugiarmi in me stesso mi sento bombardato da informazioni che fanno soltanto rumore nella mia testa. 
FRANCESCO: Di quali informazioni parli?
GUGLIELMO: Faccio riferimento alle informazioni che riceviamo ogni giorno dai mass media. Sara ha comprato quel cellulare perché ha visto la pubblicità in televisione almeno cinque volte al giorno senza volerlo e si è convinta di aver necessariamente bisogno dell'ultima generazione perché non si sarebbe più accontentata della penultima, che già possedeva.
FRANCESCO: Anche io guardo spesso la TV, ma non faccio caso alle pubblicità, non mi interessano e nella maggior parte dei casi la presentazione del prodotto non ha lo scopo di informare su determinate prestazioni, ma di fartelo comprare.
GUGLIELMO: (Sorride) Finalmente la pensiamo allo stesso modo!
FRANCESCO: Chissà perché qualcuno viene persuaso e qualcun altro no però...
GUGLIELMO: Non è ovvio?
FRANCESCO: (Lo guarda dubbioso) Di cosa parli?
GUGLIELMO: Io credo che passando molto tempo sui mass media si perda personalità.
FRANCESCO: In che senso? Spiegati meglio, abbiamo ancora cinque minuti liberi e poi interrogazione di storia.
GUGLIELMO: Molti dei nostri compagni di classe aspettano le nuove uscite di prodotti di una determinata marca, seguono personaggi famosi sui social e inconsciamente cercano di imitarli. Sono così interessati a comunicare da dietro ad uno schermo con gli altri che dimenticano come si possa comunicare con se stessi.
FRANCESCO: Ho capito cosa intendi, ma penso che da non sia totalmente colpa loro, siamo nati nella società della tecnologia, ma alla fine la tecnologia sta prendendo il sopravvento su tutto il resto.
GUGLIELMO: In realtà, la tecnologia non è così male. Ti ricordo che senza il tuo telefono o, in generale, senza i mass media, non potresti sapere cosa accade nel mondo così velocemente, e non potresti nemmeno chiamare tua nonna per chiederle cosa si mangia la domenica a pranzo!
FRANCESCO: Io infatti sono contento di queste nuove scoperte che per noi sono quotidianità, ma sono spaventato da come molti nostri amici si stiano bevendo il cervello.
GUGLIELMO: Ciò che è nocivo è il modo in cui noi siamo influenzati dai nuovi mezzi di comunicazione che, se utilizzati nel modo scorretto, producono l'effetto contrario. Bisogna sviluppare un pensiero critico per poter continuare a comunicare al meglio e nel modo giusto. Comunicare vuol dire condividere, e per condividere bisogna avere una propria idea, un'opinione personale. Questo è possibile soltanto se ci si informa, si legge e si ascolta.
(Suona la campanella)
FRANCESCO: Ci conviene andare, oggi sei molto loquace quindi qualcosa mi dice che ti offrirai volontario!

giovedì 4 giugno 2020

The hidden persuaders

Vance Packard, giornalista e sociologo statunitense di grande influenza nel secondo dopoguerra, è l'autore del libro 'The hidden persuaders' (tradotto in italiano 'I persuasori occulti'), pubblicato nel 1957.
Nell'opera, lo scrittore rivela i trucchi psicologici e le tattiche usate dal marketing per manipolare la mente dell'uomo e indurlo a comprare un determinato prodotto. Packard illustra i nuovi metodi tecnologici a disposizione dell'industria pubblicitaria con l'impiego di tecniche finalizzate ad influenzare l'inconscio, agli albori dei mass-media, mettendo in evidenza la questione etica di queste manipolazioni. 
Secondo l'autore, la propaganda pubblicitaria del secondo dopoguerra era basata sull'identificazione del buon consumatore come buon cittadino. 
Packard individua otto bisogni inconsci fondamentali che gli esperti di comunicazione utilizzavano per manipolare le scelte dei consumatori: la sicurezza emotiva, la stima e considerazione  le esigenze dell’ego, gli impulsi creativi, la speculazione sull’affetto , il senso di potenza , i legami familiari e il bisogno di immortalità .
L'autore, infatti, scrive:
Il sopruso più grave che molti manipolatori commettono è, a mio avviso, il tentativo di insinuarsi nell’intimità della mente umana. È questo diritto alla intimità della mente – il diritto di essere, a piacere, razionali o irrazionali – che, io, credo, abbiamo il dovere di difendere” 
Il pensiero di Vance Packard viene ripreso nel 1994 da Karl Popper, autore di 'Cattiva maestra televisione' (per leggere il mio articolo a riguardo cliccare qui) , opera nel quale si riflette sulla duplice funzione della tv, strumento che può condizionare, nel bene e nel male, i comportamenti di massa.
Vance Packard


Bibliografia:
-https://www.centronazionalesangue.it/node/427
-https://www.ereticamente.net/2018/11/i-persuasori-occulti-ieri-e-oggi-flavia-corso.html

mercoledì 3 giugno 2020

I concetti della mappa: MASS MEDIA

I mass media sono una parola chiave nell'ambito della comunicazione. Vengono definiti nel dizionario Treccani come "insieme dei mezzi per diffondere e divulgare messaggi di diverso valore a un pubblico anonimo, indifferenziato e disperso". I mass media permettono la trasmissione di informazioni ad un ampio pubblico in un breve lasso di tempo, non necessariamente per mezzo della parola ma anche semplicemente per mezzo di simboli o immagini. Esempi di mass media sono la televisione, la stampa e la radio. Nel corso della storia, i mass media sono stati anche utilizzati come mezzo di persuasione e propaganda, motivo per cui Popper considera la televisione una cattiva maestra.


Alcuni esempi di mass media

Comunicare in Newspeak

1984 è uno dei più celebri romanzi di George Orwell, pubblicato nel 1949. L'opera è un vero e proprio romanzo distopico, ambientato nel 1984, in un mondo è diviso in tre grandi potenze totalitarie: Oceania, Eurasia ed Estasia, impegnate in una perenne guerra tra loro.
La società è amministrata secondo i principi del partito Socialista Inglese.
Il potere è nelle mani di un partito unico, detto semplicemente il Partito, che nega ai cittadini la libertà di opinione, con a capo il Grande Fratello, 
personaggio che nessuno ha mai visto di persona e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini.  Esiste un'unica lingua di regime, il Newspeak, un linguaggio artificiale epurato da ogni riferimento al pensiero astratto, ridotto a un vocabolario base. Il Newspeak appiattisce il pensiero stesso, rende i cittadini incapaci di discernere il bene dal male. Tutti sono manipolati dalla logica del bipensiero, per cui un concetto può essere anche il suo perfetto contrario e negare sé stesso. L’affermazione del Newspeak è accompagnata dalla distruzione delle opere letterarie del passato e la loro sostituzione con poesie e romanzi prodotti in serie da macchinari.
L'annientamento di ogni possibilità comunicativa è un operazione molto sottile perché crea un alone di solitudine che rende impossibile la verità, non consentendo il dubbio e di conseguenza anche l'attribuzione di verità: questa, infatti,può avvenire soltanto attraverso il discorso. Per distinguere verità ed illusione, è naturale basarsi sul giudizio altrui e se manca questa possibilità viene meno qualunque occasione di distinguere realtà ed apparenza.

Manifesto del Grande Fratello
Bibliografia:


I concetti della mappa: CONDIVISIONE

La condivisione viene definita nel dizionario del Corriere una "Adesione, partecipazione a idee o sentimenti altrui". Condividere è alla base della comunicazione, la cui etimologia fa riferimento proprio al mettere in comune. La parola condivisione è inevitabilmente collegata a 'trasmissione' e a 'parola' e 'immagine', che sono dei mezzi mediante i quali è possibile condividere idee e pensieri.
La condivisione in un'immagine

LEZIONI AMERICANE

 “Alle volte mi sembra che un'epidemia pestilenziale abbia colpito l'umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l'uso d...